Le giornate di Tilda sono scandite da ritmi serrati: studio, turno alla cassa del supermercato, nuoto, prendersi cura della sorellina Ida e spesso anche della madre alcolizzata. Nella piccola città che odia profondamente, tutti i suoi amici se ne sono andati da tempo. Ma poi le viene offerta una promozione a Berlino, Viktor ricompare all'improvviso e la speranza rinasce, finché a casa tutto va definitivamente in pezzi.

Abahachi, capo degli Apache, e il suo fratello di sangue bianco Ranger lottano instancabilmente per la pace e la giustizia. Ma una nuova banda li attira in una trappola per rubare la leggendaria «canoa di Manitu». Grazie a Dimitri e Mary riescono a scappare per un pelo. Ma questo è solo l'inizio di un grande piano che li porterà nella più grande avventura della loro vita.

Miriam si trasferisce dalla sua amica Ida e frequenta con lei la scuola Winterstein, senza sapere nulla della comunità magica. Già il primo giorno Miriam riceve il cobaltmaki Fitzgeraldo, Max il gufo Muriel. Insieme scoprono segreti, vengono a sapere dell'imminente chiusura della scuola e devono lottare per la sopravvivenza della scuola in una sfida contro la vecchia classe di Miriam.

Fiore Mio, il film diretto e interpretato da Paolo Cognetti, lo scrittore si fa più vicino allo spettatore e racconta, in modo intimo, introspettivo e mai scontato, la sua montagna: il Monte Rosa, un luogo geografico ma soprattutto un luogo del sentire e un luogo della comprensione di quanto abbiamo intorno.

Dietro le alte Montagne Nere si nasconde un regno popolato da creature fantastiche. Per secoli hanno protetto dal mondo degli umani una fonte di vita eterna dai poteri infiniti. Finché Naya, la nuova Prescelta della Foresta Incantata, incontra Lucas, un giovane umano che si è allontanato dalle montagne.

Sibel, una giovane ragazza turco-tedesca, tenta il suicidio. In ospedale conosce Cahit, anche lui reduce da un tentato suicidio, e gli chiede di sposarla per fuggire dal fondamentalismo della famiglia islamica. Cahit acconsente per aiutarla, ma ben presto i due finiscono con l'innamorarsi sul serio.

Kunsang Wangmo, chiamata «Mola», è esiliata dal Tibet da quasi 60 anni e desidera morire vicino alla sua terra natale. Vicina al suo centesimo compleanno, vive a Berna, medita ogni giorno ed è un punto di riferimento per la famiglia. Per realizzare il suo desiderio, la famiglia avvia la lunga procedura per ottenere un visto presso l’ambasciata cinese, documentando i suoi ultimi giorni.