Il documentario intreccia con umorismo la storia sociale con la vita di Bruno Stefanini: da figlio di immigrati a ufficiale, rubacuori e miliardario edile. Racconta l'emancipazione femminile, la rivoluzione degli anni Sessanta, gli abolizionisti dell'esercito e gli abusivi. Per il suo sogno museale, colleziona arte, cianfrusaglie, alabarde, armature, castelli, fino allo spazzolino da denti di Napoleone, conservato al sicuro nei bunker.

Aurora, una donna portoghese, lavora a Edimburgo, in Scozia, come magazziniera nel centro di distribuzione di una potente azienda online. Stretta tra il monotono lavoro alla catena di montaggio e la desolata solitudine della sua stanza, rischia di crollare dentro. In un mondo determinato dagli algoritmi, lotta per non perdere la vicinanza umana e il proprio io.

Nel 1943, la giovane Rosa fugge da Berlino per sfuggire ai bombardamenti e arriva in un villaggio sperduto vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler. Qui, insieme ad altre donne, deve assaggiare il cibo per il Führer e scoprire un pericoloso segreto. In mezzo alla paura e alla fame, stringe alleanze segrete e sviluppa un sentimento proibito per un ufficiale delle SS.

Tom, un inglese scontroso, arriva a Buenos Aires negli anni Settanta per insegnare inglese in un collegio maschile. Nel bel mezzo dei disordini causati dal colpo di stato militare, i suoi alunni sono ribelli e difficili da raggiungere, il che non gli rende la vita più facile. Ma quando un giorno salva la vita a un pinguino, questo diventa il suo fedele compagno e un amico fidato e ascoltatore per gli alunni.

Nel 1950, Anatole «Zsa-zsa» Korda, un ricco industriale senza scrupoli, sopravvive al suo sesto incidente aereo. I suoi complessi affari lo rendono nemico delle multinazionali e dei governi di tutto il mondo. Sul punto di completare il suo progetto di vita, vuole nominare la figlia Liesl, una suora, come suo successore. Nel frattempo, la ragazza indaga sul mistero irrisolto che avvolge sua madre.

Quando, una mattina d'autunno del 1975, il 90% delle donne islandesi abbandonò il posto di lavoro e lasciò le proprie case perché si rifiutava di lavorare, cucinare o badare ai bambini, portò il Paese a una battuta d'arresto e catapultò l'Islanda nel «miglior posto al mondo per essere donna».